Al di là delle nuvole
Regia: Michelangelo Antonioni, Wim Wenders
Interpreti: John Malkovich, Fanny Aardant, Jean Reno, Sophie Marceau, Ines Sastre, Kim Rossi Stuart, Irène Jacob, Enrica Fico Antonioni
Soggetto: dai racconti di Quel Bowling sul Tevere (1983)
Sceneggiatura: Michelangelo Antonioni, Wim Wenders, Tonino Guerra
Fotografia: Alfio Contini, Robby Müller
Montaggio: Michelangelo Antonioni, Peter Przygodda, Lucian Segura
Produzione: Vittorio Cecchi Gori
Durata: 112’
Location
Piazza Municipio
Piazza Cattedrale
Corso dei Martiri della Libertà
Palazzo dei Diamanti
Palazzo Prosperi Sacrati
Castello Estense
Corso Biagio Rossetti
Via delle Volte
Via San Romano
Corso Ercole I d’Este
Nel film vengono messi in scena quattro episodi tratti dai racconti di Quel bowling sul Tevere di Antonioni, adattati dai due registi e da Tonino Guerra. 1. dal racconto Cronaca di un amore mai esistito: a Ferrara due giovani (Rossi Stuart e Sastre) si incontrano, si perdono e si ritrovano, ma la relazione amorosa non si concretizza. 2. La ragazza, il delitto, …: a Portofino un regista (Malkovich) s’invaghisce di una giovane donna (Marceau) che gli confesserà di essere una parricida. 3. La ruota e Non mi cercare: una donna tradita (Ardant) incontra un uomo che è stato a sua volta tradito (Reno). 4. Questo corpo di fango: un perditempo (Perez) cerca invano di sedurre una giovane donna (Jacob) che sta per entrare in convento.
Il tormento del regista
Antonioni torna sul set dopo una lunga malattia e porta in scena coraggiosamente il proprio tormento d’artista, ossessionato dalla ricerca della “vera immagine della realtà assoluta”, ma insieme conscio che ogni suo sforzo è destinato a fallire. Così le lacune e le pause che interrompono la fluidità narrativa degli episodi – che tanto hanno infastidito molto spettatori –, sono, invece, essenziali al senso ultimo del film (Mereghetti), vale a dire al significato che l’arte dello sguardo assume per Antonioni.
Al di là delle nuvole sembra, infatti, riprendere l’ultimo film che Antonioni aveva girato precedentemente, Identificazione di una donna (1982). In entrambe le pellicole è presente la figura di un regista che, nel prologo, intermezzo e conclusione e in uno dei quattro episodi, esprime instancabilmente il valore di una quête e di un’indagine sulla conoscibilità e la raccontabilità del mondo attraverso le immagini.
È interessante notare come i film di Antonioni, nel corso del tempo, manifestino un graduale interesse per la figura del regista come protagonista di una storia. Blow-up (1966) racconta di un fotografo che attraverso delle foto e degli ingrandimenti “monta” delle sequenze di realtà, ricercando un filo narrativo di significato; Professione: reporter (1975) raffigura il dramma di un reporter alle prese con l’irraccontabilità della realtà. Sono certamente figure allusive quella del regista che, infine, in Identificazione di una donna e poi in Al di là delle nuvole si palesa ormai senza travestimenti.
Sulla superficie della realtà
In Al di là delle nuvole inoltre viene svelato il già scontato e ovvio legame tra fotografo e regista. Il personaggio del regista che compare nel film fa continuamente fotografie dei luoghi in cui immagina storie possibili e afferma, nell’immediato inizio, di aver scoperto la realtà solo nel momento in cui ha iniziato a fotografarla. […] Wim Wenders (co-autore del film) ammette di aver utilizzato le parole lette nei diari dello stesso Antonioni per i segmenti introduttivo e conclusivo, cioè quelli in cui con più dovizia si sente la riflessione off screen del regista.
Nella visione complessiva del film, l’episodio di Portofino sembra essere quello in cui l’amore fisico trova appagamento completo; ma non è così. La ragazza confida al regista di aver assassinato il padre con dodici coltellate e, dopo quella confessione, nonostante l’amplesso, la ragazza è ormai al di là di un muro illogico e invalicabile di numeri. Il personaggio sognato, immaginato e inseguito, proiettato in una storia possibile, si incarna in un essere lontanissimo e inafferrabile, legato, importante coincidenza, come in Blow-up, a un delitto misterioso e insolubile. «Ero venuto in quel posto a cercare un personaggio e ho trovato una storia. E adesso questa storia non mi lascia pensare ad altro, neanche alla mia», dirà il regista in conclusione, mentre dall’alto scruta la baia sottostante, rimarcando che l’unica visione complessiva è la consapevolezza di un limite. C’è, insomma, per l’ennesima volta, in questo penultimo film di Antonioni, l’idea costante di una superficie della realtà che non può essere penetrata, idea ribadita, come si diceva, dalla presenza di superfici trasparenti che scandiscono l’incontro tra i due personaggi (Dubrovich).
Un cast "stellare"
Tra i collaboratori di Antonioni che troviamo in questo film, oltre a un cast stellare e alla co-direzione di Wim Wenders (vedi scheda LIBRO, Il tempo con Antonioni), la figura di Tonino Guerra.
Antonio Guerra, meglio noto come Tonino Guerra (1920-2012), si trasferisce a Roma negli anni Cinquanta e scrive le sue prime sceneggiature per i film Un ettaro di cielo di Aglauco Casadio (1957) e Uomini e lupi di Giuseppe De Santis (1956), dando inizio una sfolgorante carriera. Egli continuerà la professione di sceneggiatore, lavorando con registi, quali Elio Petri, Franco Indovina, Vittorio De Sica, Federico Fellini, Damiano Damiani, Mario Monicelli, Alberto Lattuada, Paolo e Vittorio Taviani, Marco Bellocchio, Francesco Rosi, Theodoros Angelopoulos, Andrej Tarkovskij e naturalmente Michelangelo Antonioni. Nel 1959, infatti, Guerra firma assieme al regista ferrarese la sceneggiatura de L’avventura, instaurando così un sodalizio artistico duraturo che seguirà tutta la carriera di Antonioni, fino alla sua ultima realizzazione, Il filo pericoloso delle cose (episodio di Eros, un film collettivo diretto accanto a Steven Soderbergh e Wong Kar-wai nel 2004). La produzione di Tonino Guerra, però, non si arresta alla scrittura per il cinema e quella televisiva, ma abbraccia anche il teatro, la prosa e la poesia.
L’alter ego di Wenders è mirabilmente interpreto da Malkocivh, figura-chiave del plot che funge da collante tra i quattro episodi.
John Gavin Malkovich nasce a Christopher, nell’Illinois, il 9 dicembre del 1953. All’università egli si iscrive a un corso incentrato sulle scienze dell’ambiente, ma ben presto si accosta anche al teatro e si trasferisce all’Illinois State University per frequentare i corsi di recitazione, interpretando altresì The Lover di Harold Pinter. Nel 1976 Malkovich abbandona definitivamente gli studi e si trasferisce a Chicago, dove frequenta un teatro nei sotterranei di una chiesa gestito dall’amico Gary Sinise, lo Steppenwolf Theather che, per qualche tempo, ottiene un discreto successo. Malkovich inizia a muoversi con estrema agilità nel mondo del teatro, lavorando moltissimo, fino a quando non si reca a New York dove ha la possibilità di interpretare a Broadway True West di Sam Shepard. Quando finalmente approda al cinema, Malkovich inizia a lavorare accanto a grandi star del cinema hollywoodiano, recitando con personaggi del calibro di Dustin Hoffman, Morte di un commesso viaggiatore (1985), e di Paul Newman che lo scrittura per il suo film Lo zoo di vetro (1987); mentre Steven Spielberg lo contatta per interpretare L’impero del sole (1987). Nel 1988 interpreta Valmont nell’adattamento del romanzo epistolare di Choderlos de Laclos Le relazioni pericolose diretto da Stephen Frears, dove intreccia sul set una relazione sentimentale con Michelle Pfeiffer (che nel film interpreta Madame de Tourvel). Nel 1990 lavora a Il tè nel deserto di Bernardo Bertolucci dove conosce Nicoletta Peyran con la quale si sposerà. Malkovich avrà modo di proseguire la sua brillante carriere lavorando con registi di grande livello: da Woody Allen, Manoel de Oliveira, Michelangelo Antonioni e Jane Campion, a Randall Wallace e Raoul Ruiz fino allo strabiliante Spike Jonze che lo dirige in Essere John Malkovich (1999). Nel 2000 interpreta il regista Friedrich Wilhelm Murnau ne L’ombra del vampiro; in seguito, dirige Javier Bardem e Laura Morante in Danza di Sangue (2002); collaborerà con Liliana Cavani nel film Il gioco di Ripley (2002) e con Clint Estwood in Changeling (2008) accanto ad Angelina Jolie. Seguono pellicole commerciali, quali Eragon (2006) e Beowulf di Zemeckis (2007), Red (2010), Transformes 3 (2011), lo zombie-movie intitolato Warm Bodies (2013) ed Educazione siberiana di Gabriele Salvatores (2013).
Nel cast di Al di là delle nuvole ritroviamo due divi del cinema che avevano già collaborato con Antonioni: Jeanne Moreau e Marcello Mastroianni, indimenticabili per bellezza e bravura ne La notte (1961), accanto a Monica Vitti, quasi irriconoscibile sotto una parrucca scura.
La fortuna di Jeanne Moreau la si deve al suo incontro con Louis Malle che la sceglie come protagonista di Ascensore per il patibolo (1957). Insieme alla collega Brigitte Bardot, la Moreau diventa un’icona rappresentativa non solo della Nouvelle vague francese, ma anche di una certa femminilità carica di charme e carisma. L’incontro con il regista parigino François Truffaut (1932-1984), invece, sancisce la maturità artistica dell’attrice, interpretando il capolavoro Jules e Jim (1961), dove veste i panni di un’eroina femminile dal carattere trasgressivo e inquieto, ma anche fortemente emancipato. La Moreau lavorerà in seguito con registi di grande talento, come Losey, Welles, Antonioni, Buñuel, e di nuovo Malle e Truffaut, con quest’ultimo ritorna sul set per girare la celebre pellicola La sposa in nero (1968), la cui eroina ha ispirato Quentin Tarantino per il suo Kill Bill - vol. 1 e 2 (2003-2004).
Marcello Mastroianni (1924-1996), la nostra star per eccellenza, al pari della collega francese, ha lavorato con grandi nomi del cinema, a partire da Federico Fellini che lo sceglie per il ruolo del cinico giornalista di scandali Marcello de La dolce vita (1960), Mario Monicelli, Vittorio De Sica e Luciano Emmer; ma anche accanto a colleghi rinomati come Sofia Loren, Monica Vitti, Alberto Sordi, Ugo Tognazzi, Vittorio Gassman e Nino Manfredi. Tra le sue interpretazioni migliori si ricordano Divorzio all’italiana di Pietro Germi (1963) che gli frutta la prima nomination agli Academy Awards; Una giornata particolare di Ettore Scola (1977); Dramma della gelosia (1987), accanto a Monica Vitti e Giancarlo Giannini; Oci ciornie (1988); Che ora è? sempre di Scola (1989), in cui recita accanto a Massimo Troisi, e Uno due, tre, stella! (1993). La pellicola che ha reso, però, indelebile la coppia Mastroianni-Loren sul grande schermo è Ieri, oggi, domani di De Sica (1963) che verrà omaggiata da Robert Altman in Prêt-à-Porter (1994), in cui i due attori, a distanza di anni, reinterpretano con estrema ironia la famosa scena dello spogliarello della Loren; li ritroviamo nel successivo Matrimonio all’italiana (1964), tratto dalla commedia Filumena Marturano di Edoardo De Filippo (1946).
Altra coppia d’eccezione che compare nel film di Antonioni e Wenders sono gli attori francesi Fanny Ardant e Jean Reno.
Fanny Ardant, girando l’Europa da bambina, sogna di intraprendere la carriere diplomatica, per questo motivo si iscrive al corso di Scienze Politiche, indirizzo Relazioni Internazionali, ma dopo la laurea scopre la passione per la recitazione. Nel 1979 la Ardant esordisce sul grande schermo con L’uomo dei cani di Jessua e agli inizi degli anni Ottanta incontra François Truffaut che la dirigerà ne La signora della porta accanto (1981), affiancata da Gérard Depardieu e Finalmente domenica! (1083), in cui recita con Jean-Loius Trintigrant, pellicole, queste, che segneranno significativamente la carriera dell’attrice. Alain Resnais la scrittura per il suo L’mour à mort (1984); successivamente compare in Consigli di famiglia di Costas-Gravas (1986) e La famiglia di Scola (1986). Interpreta in maniera magistrale Maria Callas in Callas Forever di Zeffirelli (2001) e lascia un segno sul grande schermo con il film tutto al femminile 8 donne e un mistero (2002), in cui ritrova l’altrettanto famosa collega Catherine Deneuve.
Jean Reno è uno degli attori più carismatici del cinema francese contemporaneo, dai tratti inconfondibili che hanno reso i suoi personaggi delle vere e proprie icone cult, come i ruoli interpretati in Nikita (1990) e Leon (1994) entrambi di Luc Besson. Reno debutta sul grande schermo nel 1979 con i film L’hypothese du tableau volé di Raoul Ruiz e Chiaro di donna di Costa-Gravas. Nel 1980 conosce Besson con cui collaborerà, oltre ai due film sopra citati, anche a Le grand bleu (1988). Reno lavorerà anche per il cinema commerciale, prendendo parte a pellicole come Mission: Impossible di Brian De Palma (1996), Godzilla (1998) e Ronin (1998), accanto a Robert De Niro. Lavora inoltre con Roberto Benigni ne La tigre e la neve (2005); prende parte alla produzione hollywoodiana de Il codice da vinci (2006), affianco a Tom Hanks. Altre pellicole memorabili interpretate da Reno sono I fiumi di porpora (2000) accanto da Dominique Sanda; Wasabi (2001); Jat Lag (2002), in cui lavora con Depardieu; L’impero dei lupi (2005); L’immortale (2010). Di recente ha interpretato Un’estate in Provenza di Rose Bosch (2014) e ha preso parte al film Abel - il figlio del vento (2016).
I giovani protagonisti
Tra i giovani protagonisti, in Al di là delle nuvole, non mancano nomi di attori talentuosi e celebri come Kim Rossi Stuart, Sophie Marceau, Irène Jacob, Ines Sastre e Vincent Perez.
Kim Rossi Stuart a soli cinque anni debutta nel film di Mauro Bolognini Fatti di gente per bene (1974) assieme al padre, Giacomo Rossi Stuart, e accanto a Catherine Deneuve e Giancarlo Giannini; ma è con Lo zio indegno (1989) che l’attore compie un salto di qualità, recitando affianco alle icone del cinema italiano Vittorio Gassman, Giancarlo Giannini e Stefania Sandrelli. La notorietà arriva con la celebre fiction Fantaghirò (1991-1994), in cui recita assieme ad Alessandra Martines e con la miniserie La famiglia ricordi (1993), dove interpreta il compositore Vincenzo Bellini. Seguono una serie di pellicole di qualità, da Senza pelle (1994) e Al di là delle nuvole (1995) fino ai più recenti Romanzo criminale (2005), Vallanzasca - Gli angeli del male (2010) di Michele Placido, e a Tommaso (2016), pellicola intimistica diretta dallo stesso Rossi Stuart.
Sophie Marceau, nome d’arte di Sophie Daniele Sylvie Maupu, raggiunge la notorietà grazie a Il tempo delle mele di Claude Pinoteau (1980), dove interpreta un’adolescente tormentata alle prese con la sua educazione sentimentale. Due anni più tardi ritornerà nel sequel, Il tempo delle mele 2, film che le farà guadagnare un Premio César come “Migliore attrice promettente”. In seguito, la Marceau comparirà in pellicole celebri come Braveheart - cuore impavido (1995) affianco a Mel Gibson, Marquise (1997), Sogno di una notte di mezza estate (1999), con Rupert Everett, Michelle Pfeiffer e Kevin Kleine; interpreta inoltre il personaggio femminile di Tolstoj in Anna Karenina (1997), accanto a Sean Bean, e si trasforma nella fatale bond girl di 007 - Il mondo non basta, assieme a Pierce Brosnan. Tra gli ultimi lavori si segnala LOL - Il tempo dell’amore di Liza Azuelos (2009), da cui verrà tratto il remake americano interpretato da Miley Cyrus e Demi Moore.
Irène Jacob ha lavorato, nel corso della sua fulgida carriera con registi di grande valore, quali Luois Malle, Jacques Rivette, Krzysztof Kieslowski, oltre che con Antonioni. Con Kieslowski collabora a La doppia vita di Veronica (1991) e a Tre colori - film rosso (1994), accanto a Jean-Luois Trintignant. A soli venticinque anni la Jacob è un’attrice artisticamente matura, dall’avvenenza semplice e aggraziata come dimostra la sua delicata interpretazione del personaggio di Desdemona nel film Otello (1995) di Oliver Parker, dove è affiancata da Kenneth Branagh e Laurence Fishburne. Compare inoltre in La vita interiore di Martin Frost di Paul Auster (2007) e ne La polvere del tempo di Theodoros Angelopoulos (2008).
Ines Sastre è una attrice spagnola che ha, prima di tutto, lavorato come testimonial per la casa di cosmesi Lancôme, divenendo celebre in tutto il mondo. Recita, dopo l’esperienza con Antonioni e Wenders, con Pupi Avati ne Il testimone dello sposo (1997), che ritroverà sul sete de La cena per farli conoscere (2006), accanto a Diego Abatantuono, Vanessa Incontrada e Francesca Neri.
Vincent Pérez è un attore svizzero che raggiunge la fama nel 1990 con Cyrano de Bergerac accanto a Gérard Depardieu; dopo aver interpretato ruoli da protagonista ne Il corvo 2 - La città degli angeli (1996) e Lo straniere che venne dal mare(1997), con Rachel Weisz e Ian McKellen, nel 1994 è co-protagonista, assieme a Isabelle Adjani, del conturbante La regina Margot di Patrice Chéreau (1994).
Bibliografia
- Michelangelo Antonioni, Quel Bowling sul Tevere, Einaudi, Torino 1983
- Wim Wenders, trad. di Silvia Bortoli, Il tempo con Antonioni. Cronaca di un film, Socrates, Roma 1995
- Seymur Chatman, ed. a cura di Paul Duncan, Michelangelo Antonioni: l'indagine 1912-2007, Taschen, Köln-London 2008
- Paolo Mereghetti (a cura di), Il Mereghetti. Dizionario dei film 2017, Baldini&Castoldi, Milano 2017
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Ente Responsabile
- Assessorato alla Cultura e al Turismo, Comune di Ferrara
Autore
- Doris Cardinali
- Matteo Bianchi