Scheda: Luogo - Tipo: Monumenti, lapidi e fontane

Ex Baluardo di San Rocco

Perimetro dell'ex Baluardo di San Rocco

Fu il più grande baluardo a freccia di tutto il circuito fortificato di Ferrara. Costruito tra il 1523 e il 1525, venne completamente raso al suolo tra gli anni '60 e '70 dell'Ottocento: ancora oggi possiamo percepirne le grandiose forme.


Lat: 44.834357547212505 Long: 11.635272864134322

Costruzione: 1523 - 1525

Distruzione: 1860 - 1870

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  • mura

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  • Ex Baluardo di San Rocco

Il baluardo più grande di Ferrara

A partire dal 1522 il duca Alfonso I d'Este (1476-1534) fece riedificare tutto il tratto murario dalla Porta di San Giovanni Battista fino al Baluardo di San Tommaso, iniziando con la demolizione dei torrioni tardo-quattrocenteschi fatti costruire da Biagio Rossetti e Alessandro Biondo. Su questa nuova linea difensiva doveva spiccare la “fabbrica” di San Rocco, il più grande baluardo triangolare della città (200 x 100 metri circa), con elevato angolo di gola, lunghe facce oblique, fianchi spigolati e arretrati per accogliere le cannoniere ultimate dal capomastro Bigo Tristano: eretto a partire dal luglio 1523 sotto la supervisione progettuale dell'ingegnere militare e capitano Sebastiano Bonmartini da Monselice, detto il Barbazza, l'imponente struttura risultava già alla fine del 1524 decorata con un cordone di pietra istriana e tre scudi con le insegne ducali incastonate sui tre vertici, realizzate in marmo veronese da Giovanni Andrea Gilardoni.

L'area di fondazione era adiacente ai terreni dell'ex convento delle domenicane di San Rocco, da cui prese il nome.

Nel 1862 il Comune ne decretò la demolizione, realizzata in più fasi e conclusa solo nel 1872. I mattoni recuperati furono utilizzati in varie opere pubbliche della città e la terra del bastione fu in gran parte destinata all'ampliamento della strada interna sui rampari delle mura e distribuita nel sottomura per bonificare la fossa. Nel tratto di unione del terrapieno con la cinta muraria, per chiudere la breccia, fu costruito un muro ad arcate che interrompe la continuità della cortina.

A poca distanza dal sedime, spiccano i resti del settecentesco “doccile” o doccione di San Rocco adiacente allo stabilimento idrovoro installato nel 1927 per mantenere prosciugato il vallo, dove furono piantati diversi pioppeti fino al 1978, quando si procedette a livellare il terreno e a sistemare l'intera area secondo un nuovo progetto di riqualificazione avviato l'anno seguente tramite una mirata campagna di scavi archeologici condotti dai Musei Civici d'Arte Antica di Ferrara (su proposta della sezione ferrarese di “Italia Nostra”).

Seguiamo la testimonianza di Anna Maria Visser Travagli, attenta protagonista di quegli scavi:

Per individuare il perimetro del bastione si è fatto riferimento al rilievo del Catasto Pontificio del 1843 (quindi precedente la distruzione) e ad una pianta dell'Archivio Storico Comunale del 1871; le due versioni sono state riportate sulla carta dell'Ufficio Tecnico Comunale (scala 1:1000) e, dopo aver fissato sul terreno una maglia di riferimento, con perforazioni mirate si è cercato di individuare le fondazioni del baluardo. I sondaggi, disturbati dal rottame dello strato superficiale di riporto e dalle ceppaie dei pioppi, hanno comunque consentito di appurare che le fondazioni sepolte del bastione seguono il perimetro riportato nel Catasto Pontificio del '43, mentre l'altra carta deve aver rilevato quanto rimaneva del terrapieno in corso di sterro. Per verifica è stato aperto un saggio di scavo in corrispondenza dell'angolo di spalla fra il fianco e la faccia settentrionale del bastione. A circa un metro di profondità dal piano di campagna è comparso il muro del fianco, sventrato in corrispondenza dell'angolo di spalla dai lavori per la posa in opera delle fognature della città, ma perfettamente conservato nella parte rimanente. La cortina muraria, larga 2 metri, presentava un andamento a scarpa nel fianco esterno per circa sette ricorsi di mattoni, sotto i quali iniziava la fondazione a gradini, che proseguiva con profilo obliquo e che è stata controllata fino a circa - 1,70 metri dalla sommità del muro, cioè fino al livello della falda d'acqua. Il fianco interno della cortina invece era diritto; perpendicolari al muro perimetrale erano dei muri “a pettine” (larghi 1 metro, lunghi 6,20), a distanza regolare di 4 metri l'uno dall'altro con funzione statica di contribuire a sostenere la spinta del terrapieno (Visser Travagli 1995, p. 83).

Terminata l'indagine e ricoperti gli scavi, il perimetro delle fondazioni sepolte del bastione è stato successivamente e suggestivamente evocato tramite la piantumazione di siepi.

 

 

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Ente Responsabile

  • Assessorato alla Cultura e al Turismo, Comune di Ferrara