Leggere Cain a Ferrara
Il Nord d’Italia diventa lo scenario prescelto da molti registi alla fine degli anni Quaranta del Novecento, nonostante l’ostilità dell’ambiente. Non è un caso che due grandi autori come Visconti e Antonioni, alla loro prima prova cinematografica, si rechino sulle sponde del Po per girare i loro film.
«Se è vero che i film italiani dell’immediato dopoguerra hanno principalmente un’ambientazione centro-meridionale non mancano significative escursioni nel nord: Torino in Il bandito (1946) di Lattuada; Milano e il suo entroterra in Il sole sorge ancora (1946) di Aldo Vergano; il vercellese di Riso amaro (1949); la valle padana che, dopo Ossessione [1943], diventa l’epicentro mitico di diverse opere: dal documentario di Antonioni Gente del Po all’ultimo episodio di Paisà, a Caccia tragica [di Giuseppe De Santis, 1947], fino a Il mulino del Po [di Alberto Lattuada, 1949], considerato dalla critica come esempio di neorealismo storico. Il Nord, con le sue montagne e le sue pianure, è ovviamente il teatro della rievocazione resistenziale, mentre il Centro-Sud viene incaricato di rappresentare più specificamente i problemi e la conflittualità sociale della ricostruzione soprattutto nelle sue dinamiche urbane». (Stefania Parigi)
Altra curiosità che accomuna Visconti al nostro concittadino Antonioni, riguarda, oltre alla location, l’interesse per il plot del romanzo di James Cain e per l’adattamento del Postino suona sempre due volte nel ferrarese; in effetti, Cronaca di un amore di Antonioni, benché sia tratto da un suo racconto, riporta evidenti tracce della trama del celeberrimo libro americano.
Antonioni affronta la questione della popolarità del romanzo di James Cain, Il postino suona sempre due volte, grazie proprio a Ossessione, operando un parallelismo tra la città di Ferrara e il romanzo di Cain. «Uno degli scrittori più letti a Ferrara è James Cain. Quasi tutti hanno acquistato la traduzione del Postino suona sempre due volte perché è il romanzo dal quale Visconti ha ricavato Ossessione, girato a Ferrara e sul Po. [...] Più della poesia interessa, al lettore medio che legge per ammazzare il tempo, la prosa, la prosa di Cain. C’è una ragione in questo. Lo stile di Cain è piatto, polveroso, è uno stile di pianura; somigli alla campagna padana, inerte e preziosa. I suoi abitanti hanno dentro la stessa febbre che divora i personaggi dello scrittore americano: così reali, così umani, crudelmente reali e umani. Negli uni e negli altri c’è qualcosa di primitivo [...]; basta andare alle foci del Po o nelle valli di Comacchio per capire i legami di questa gente e col clima». (Michelangelo Antonioni)
Bibliografia
Oggetti correlati
Ente Responsabile
- Assessorato alla Cultura e al Turismo, Comune di Ferrara
Autore
- Doris Cardinali
- Matteo Bianchi