La città del Grattacielo
La costruzione dei grattacieli è sempre stata motivo di diatribe per i ferraresi. Fu Gabriele Sacchi a dare la spinta decisiva che portò all’avvio dei lavori. Il complesso rappresenta comunque ciò che resta degli interventi architettonici moderni della città, volti a conservare e integrare la Ferrara antica.
Prima della costruzione
Nel 1597, dove attualmente sorgono i due grattacieli, vi era soltanto campagna e una piccola strada. A nord-ovest di essa si trovava uno dei bastioni della città ed il fossato adiacente ad esso, mentre a sud il Po. Nel 1605 il corso del fiume, che attraversava la città, venne modificato e nella vecchia sede fluviale fu poi costruita la Fortezza di Castel Tedaldo. A metà Ottocento l’area dall'attuale viale Cavour sino alle mura della zona sud-est, venne completamente demolita. Questo quartiere rimase incolto e abbandonato fino al 1910, quando il comune incaricò l’ingegnere Ciro Contini di dare una nuova veste all’area. Nel 1912 vennero tracciate altre strade e costruiti edifici al di fuori della cinta muraria, e la ferrovia fu ampliata con nuovi binari grazie anche alla costruzione di una stazione. Nel 1930 la zona ricordava molto l'attuale conformazione, definita da Carlo Bassi “Addizione Contini”. Nel 1950 la zona è stata resa edificabile.
Ambizioni ferraresi
«In quegli anni Ferrara sembra infatti voler dimenticare la propria solida connotazione agricola, illudendosi di diventare il caposaldo dell'Italia industriale, e dall'altro canto la scoperta del Moplen nei laboratori Montecatini aveva effettivamente portato Ferrara sotto la luce dei riflettori dell'economia mondiale. Inoltre, nella più popolare trasmissione della televisione di allora, Carosello, gli stessi ferraresi potevano compiacersi di Bramieri che pubblicizzava la plastica e le fibre sintetiche realizzate a Ferrara, ('E' mo', e mo'... Moplen, o Movil che dir si voglia)... Insomma era la Ferrara del miracolo economico ed anche questa Ferrara reclamava il proprio monumento... un imponente Grattacielo» [dal quotidiano La Piazza, 11 novembre 1988].
Dopo la costruzione
Nel 1995 venne ideato un nuovo Piano Regolatore Generale che puntava a riqualificare le aree dismesse con l’insediamento di edifici ad uso residenziale/commerciale, come il grattacielo. Bruno Zevi, architetto e urbanista, accusava gli autori del PRG di non aver pensato all’esito prospettico dei due edifici, che visti dall’interno della città apparivano a suo parere addirittura rovinosi. Nonostante tutto, il grattacielo è stato disegnato adeguatamente nei suoi volumi, giusti per poter animare la spoglia piazza della stazione. Gli obiettivi di miglioramento urbanistico si riproposero poi nel Programma di Riqualificazione del 1998 e nel Piano Operativo e Strutturale Comunale del 2009. Vennero proposti vari interventi come il progetto di un’idrovia (ancora in fase di realizzazione), opere di inserimento ambientale (ciclovie e ponti) e anche una metropolitana leggera. Purtroppo furono realizzati solamente una pista ciclabile e un giardino per bambini. Quando il grattacielo era abitato dal ceto medio ferrarese la manutenzione era periodica, quindi appariva più gradevole alla vista, mentre oggi vediamo il suo degrado.
Bibliografia
- Bruno Zevi, Saper vedere l'urbanistica: Ferrara di Biagio Rossetti, la prima città moderna europea, Einaudi, Torino 1971
- Riccardo Bazzoni, Paolo Ravenna, Ferrara. Spazi, orizzonti. 1958: Convegno sull'edilizia artistica ferrarese. Documenti e testimonianze, Neri Pozza Editore, Vicenza 1979
- Carlo Bassi, Paolo Zappaterra, Ferrara. Il sentimento della città, Corbo , Ferrara 1998
Sitografia
Fototeca
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Ente Responsabile
- Assessorato alla Cultura e al Turismo, Comune di Ferrara
Autore
- Classe VB, Istituto tecnico "G. B. Aleotti"