Complesso Boldini
Progettato dall’ingegnere Carlo Savonuzzi per essere sede del Dopolavoro Provinciale Fascista, è parte integrante del Quadrivio del Novecento. Realizzato tra il 1935 e il 1939, divenne da subito polo cittadino ricreativo e culturale, grazie alla sala spettacoli, attiva ancora oggi.
Storia dell'edificio
La costruzione dell’edificio del Complesso Boldini fu avviata nel 1935 e conclusa nel 1939, sull’area precedentemente occupata dalla parte più occidentale della Sala di degenza degli uomini dell’Ospedale Sant’Anna, il complesso fondato nel 1443 e ampliato nei secoli seguenti sino a estendersi a gran parte dell’isolato a nord-est del Castello Estense.
Esso fu immediatamente destinato a sede del Dopolavoro Provinciale Fascista con sala spettacoli.Ora di proprietà del Comune di Ferrara, a tutt’oggi mantiene la funzione di polo culturale sia di questo “Quartiere Novecentista” sia dell’intera città, seppur estesa a tutta la cittadinanza, grazie alla programmazione diversificata per linguaggio (cinema, teatro, esposizioni, convegni, conferenze…) e per target (scolaresche, famiglie, adulti, appassionati, ricercatori, studenti delle scuole superiori e universitari).
La sua edificazione risponde allo sviluppo urbanistico-architettonico avviato a partire dalla metà degli anni ’20 e proseguito alacremente fino alla fine degli anni ’30, per il quale non si può non ricordare l’impegno del podestà ebreo Renzo Ravenna. Già prima di ottenere quella carica, assunta nel 1926 e mantenuta fino al 1938, quando ancora ricopriva il ruolo di Assessore, Ravenna fu uno dei promotori e protagonisti del rinnovamento ferrarese in chiave novecentista, grazie anche allo stretto legame con Italo Balbo.
Il volto della città fu dunque arricchito e modellato secondo i criteri razionalisti rispondenti all’estetica del regime fascista, pur senza limitarsi dall’innestare elementi di originalità in stretta connessione alla storia e all’architettura locale sino ad allora caratterizzante. L'amministrazione coinvolse in questo, in tempi successivi, diversi architetti e ingegneri. Tra i principali si ricordano Adamo Boari, Angiolo Mazzoni, Virgilio Coltro, Giorgio Gandini, Filippo Galassi, Girolamo Savonuzzi (ingegnere capo del comune) e il fratello Carlo Savonuzzi. Furono loro i principali artefici della progettazione e della costruzione di numerosi edifici ancora oggi importanti per l’aspetto e la vita della città di Ferrara.
È a quel periodo che risale la progettazione e la realizzazione del Complesso Boldini (ex Dopolavoro Provinciale Fascista”, 1935-1939), coeva a numerose costruzioni ancor oggi notevoli e meritevoli di valorizzazione, come il Palazzo delle Poste (1927-29), l’acquedotto monumentale (1930-32), Palazzo dell’Aeronautica (1935-37) e gli altri edifici che con quella costituiscono la cosiddetta “Addizione Novecentista” - il Museo di Storia Naturale (ex Istituto di storia naturale, 1935-37), il Conservatorio Statale di Musica “G. Frescobaldi” (ex Conservatorio e Auditorium, 1935-39), la Scuola primaria statale “Alda Costa” (ex “Umberto I”, 1932-33) -, solo per citarne alcuni.
Il Piano Regolatore del quartiere cosiddetto Novecentista, che trova il cuore nella piazzetta oggi denominata Largo Antonioni, risale al 1931, anno in cui fu elaborato da Carlo Savonuzzi con la supervisione del fratello Girolamo. Fu ancora il primo a progettare gli altri edifici che si affacciano su quel Largo, il quale, proprio attraverso le strutture di Scuola, Museo, Conservatorio e Dopolavoro riunisce ed esprime i principali ambiti di impegno del regime fascista per la cittadinanza, appunto quelli musicale, scientifico, scolastico e del dopolavoro inteso come momento aggregativo e culturale.
Descrizione dell'edificio
Sin dall’esterno, il Complesso Boldini occupa un lotto quadrato di terreno, adibito in parte a un edificio, con pianta a “elle”, in parte a un piccolo cortile con giardino, situato nella porzione angolare tra largo Antonioni e via Previati.
I due lati del giardino su cui non insiste l’edificio sono segnati da mura in cemento, alte, sebbene di un’altezza più ridotta rispetto a quella della struttura. Notevole è quindi il gioco volumetrico dettato dalla giustapposizione di blocchi ad altezze progressivamente più elevate se osservate dall’esterno verso l’interno - il muro esterno, il corpo principale del Complesso e il muro del Conservatorio Statale di Musica “G. Frescobaldi”, al quale il Boldini poggia -, che produce un ritmo visivo preciso.L’angolo, come accade in altri edifici razionalisti ferraresi - quello dell’“Alda Costa”, situato esattamente di fronte al Complesso Boldini, o il Palazzo dell’Aeronautica -, è arrotondato, in questo caso dalla presenza di una torretta a pianta circolare, simile a quelle d’avvistamento, alla cui sommità, rifinita da una balaustra perimetrale in ferro, si accede da una scala, in cemento anch’essa, che, a spirale, ne segue internamente l’andamento. Per la natura circolare ed elevandosi, in altezza, rispetto al muro di cinta, la torretta costituisce un elemento cruciale nel ritmo visivo generale.
Come l’edificio, mura esterne e torretta sono dipinte di colore arancione, salvo le finiture orizzontali in cui il cemento è lasciato a vista, con un cromatismo che inserisce il Complesso in modo funzionale e rispettoso nel cosiddetto “Quadrilatero del Novecento”, ovvero quello costituito da questa struttura e dalle vicine - la Scuola primaria Statale “Alda Costa”, il Museo di Storia Naturale e il conservatorio di Musica Statale “G. Frescobaldi” -, con le quali il Complesso Boldini dialoga in modo stringente, tra l’altro contribuendo a definire Largo Antonioni, oggi adibito in gran parte a parcheggio.
Il muro che insiste su Largo Antonioni è regolarmente scandito da cinque ampie aperture rifinite con archi a tutto sesto e dotate di cancellate in ferro, che lasciano intravedere il cortile interno. Un’alta cancellata, collocata in posizione centrale sulla parete esterna affacciata su via Previati e, costituisce l’ingresso al cortile, in opposizione al quale si trova il fronte principale dell’edificio, caratterizzato, sul lato sinistro, da una scala esterna.
Il Complesso si compone di due livelli e sorge sui resti delle cantine quattrocentesche con volte a crociera che appartenevano al preesistente ospedale, oggi le cosiddette “Grotte del Boldini”, tuttora visibili e utilizzate per iniziative culturali di vario genere. Al primo piano del corpo principale è situata la sala spettacoli, utilizzata per programmazione teatrale e cinematografica.Nel corpo laterale, più ridotto, si trovano altri locali, di ampiezza più contenuta, oggi utilizzati per una video-biblioteca, al pian terreno, e per uffici, al piano superiore.
Collocazione nel contesto urbano
Appare notevole evidenziare come quest’area, come d’uso nella concezione razionalista, sia stata concepita per riunire i principali ambiti di impegno del regime fascista a favore della cittadinanza, attraverso rispettivi edifici/poli: la musica (Istituto musicale “Girolamo Frescobaldi” e Auditorium), le scienze (Istituto di Storia Naturale, ora Museo di Storia Naturale), la scuola (“Umberto I”, ora “Alda Costa”) il dopolavoro, inteso come luogo aggregativo e culturale (Dopolavoro Provinciale Fascista, oggi Complesso Boldini).
L’edificio è parte integrante dei luoghi di arte e cultura della città, polo attrattore di diverse tipologie di utenza. Al pian terreno, nella sala che si apre sulla destra appena oltre il cancello d’ingresso, è situata la videoteca e biblioteca Comunale “Vigor”. Specializzata in cinema, è un vero e proprio punto di riferimento per appassionati e studiosi. La video-biblioteca è aperta al pubblico «ogni martedì e giovedì, dalle ore 15.00 alle ore 18.00, e ogni mercoledì, dalle ore 9.00 alle ore 13.00 (esclusi i festivi) […] Raccoglie oltre 2800 documenti video tra film italiani e stranieri, documentari e audiovisivi didattici sul cinema.
Si possono consultare anche opere di autori ferraresi e la documentazione degli spettacoli e dei concerti del Teatro Comunale di Ferrara. La biblioteca ospita più di 3500 volumi, riviste specializzate, dizionari, annuari e CD Rom» (http://servizi.comune.fe.it/2270/videoteca-biblioteca-vigor).
Nei locali cui si accede dall’ingresso principale, di fronte al cancello, al pian terreno si trovano le cosiddette “Grotte del Boldini”, presso le quali vengono allestite mostre temporanee e programmate attività ludico-ricreative, mentre al piano superiore si trova una sala spettacoli normalmente adibita a programmazione teatrale, nella fascia mattutina rivolta alle scuole, e domenicale rivolta a bambini e famiglie, a cura del Teatro Comunale di Ferrara, e cinematografico nella fascia serale, con una programmazione prevalentemente d’essai a cura di ARCI Ferrara.
L'edificio negli itinerari turistici
Il cosiddetto Quadrivio del ‘900 o Quadrilatero Novecentista, e dunque il Complesso Boldini, si colloca, dirigendosi in direzione sud-est, a poche centinaia di metri dal Castello Estense, da Palazzo Municipale, da Piazza Trento-Trieste, e, seguendo l’asse viario corso Giovecca - viale Cavour, a poche centinaia di metri da Palazzo delle Generali, dal Palazzo dell’I.N.A. e dal Palazzo delle Poste.
Il Complesso Boldini è aperto al pubblico in occasione dei numerosi eventi culturali lì programmati ed è parte dell’itinerario Ferrara città del Novecento.
Il portale turistico della provincia ferrarese, Ferrara terra e acqua, annovera inoltre l’edificio nell’itinerario online Architettura moderna.
Note
Scheda a cura di Barbara Pizzo
Sitografia
- http://www.comune.fe.it/attach/superuser/docs/architetturadelnovecento.pdf
- http://www.ferraraterraeacqua.it/it/ferrara/scopri-il-territorio/arte-e-cultura/architettura-moderna/complesso-boldini
- http://servizi.comune.fe.it/2270/videoteca-biblioteca-vigor
- http://www.teatrocomunaleferrara.it/
- http://www.cinemaboldini.it/
- http://www.emiliaromagna.beniculturali.it/index.php?it/108/ricerca-itinerari/3/125
- http://www.estense.com/?p=722695
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Ente Responsabile
- Assessorato alla Cultura e al Turismo, Comune di Ferrara