Scheda: Evento - Tipo: Storico

Lucrezia Borgia, "femme fatale"

Ritratto di Bartolomeo Veneto (1515)

Lucrezia Borgia d’Este (1480 – 1519) Figlia del cardinale Rodrigo Borgia, poi divenuto papa Alessandro VI, in gioventù fu coinvolta senza colpa negli scandali causati dai suoi famigliari, soprattutto dal fratello Cesare.

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La duchessa

Quando sposò Alfonso d’Este, erede di Ercole I, veniva da due matrimoni terminati l’uno nello scandalo e il secondo nel sangue. La precedeva una fama diabolica, di assassina e incestuosa. A Ferrara fu accolta con gli onori del rango e nessuno osò fare cenno alle chiacchiere tante volte udite. Colta, senza essere una vera intellettuale, raccolse attorno a sé poeti e scienziati, fra cui Ercole e Tito Vespasiano Strozzi, Niccolò da Correggio, Celio Calcagnini, il Giraldi e il Tebaldeo. Molti di loro erano incantati dalla leggendaria bellezza della nuova duchessa. A Ferrara lentamente si dissipò il fosco alone che la circondava: donna di stato, presiedette la commissione incaricata di esaminare le suppliche del popolo e più volte resse lo stato in assenza del marito. Durante i momenti più difficili girava modestamente vestita e di porta in porta cercava di portare coraggio e consolazione ai ferraresi oppressi dalle guerre e dalle malattie. In un periodo imprecisato aderì anche al terz’Ordine Francescano. Ebbe ben sei figli e morì a soli trentanove anni nel dare alla luce il settimo, una gracile bambina che le sopravvisse di poco.

Vestita di nero e di grigio

«Lucrezia fu senza dubbio la duchessa che giunse a Ferrara preceduta dalla peggiore fama, ma seppe dimostrare quanto questa fosse immeritata».

 

«A Ferrara [infatti] si conquistò la fama di buona moglie e madre, dedita con regolarità alle pratiche religiose e ai riti spirituali. Le si attribuiscono, con una certa fondatezza, due storie d’amore: la prima con il poeta Pietro Bembo e la seconda con il cognato Francesco Gonzaga, marito di Isabella. Nonostante questi episodi, cui sono legate fosche storie di morte, nessuna prova è stata mai portata contro la fedeltà di Lucrezia: e di lei sappiamo che fu sempre vicina al marito, anche nei momenti più difficili, e riuscì a conquistarsi rapidamente la fiducia e l’amore di Alfonso, oltre che quello di tutto il popolo».

 

«Vestita di nero e di grigio, nei tempi più oscuri girava per le case dei sudditi, bussava alle porte per ascoltare le loro difficoltà e le loro richeste; i cittadini ferraresi, con il suo aiuto, ritrovavano la speranza, pur in tempi difficili. Ben diversa doveva apparire adesso Lucrezia da come l’avevano descritta i nemici!»

 

«Da dove nasce l’immagine di assassina e di corrotta avvelenatrice con la quale Lucrezia è nota in tutto il mondo? Prima di tutto la fama, più o meno meritata della sua famiglia. I Borja (poi italianizzato in Borgia) erano originari di Jàtiva, vicino a Valencia, e le loro fortune italiane erano cominciate ne 1455: in quell’anno dopo un conclave lungo e turbolento, fu eletto papa il settantasettenne cardinale Alonso de Borja […]. Il vecchio ma agguerrito prelato prese il nome di Callisto III e dimostrò una tempra inaspettata: durante gli anni del suo pontificato chiamò a Roma un numero enormi di parenti, investendoli delle più alte cariche ecclesiastiche e civili, davanti ai cardinali allibiti e incapaci di fermarlo. La città e lo stato erano letteralmente nelle mani della famiglia del papa. Pochi mesi dopo l’incoronazione, due nipoti di Callisto ricevettero la porpora: uno dei due, il ventiquattrenne Rodrigo, si vide piovere addosso un numero talmente enorme di benefici […] da diventare uno die più ricchi e potenti prelati del suo tempo. […] Nel frattempo aveva avuto moltissimi figli, almeno quattro dei quali nati da Vannozza Cattanei, sua amante per circa quindici anni. Fra questi vi erano Cesare, destinato a diventare un discusso (e discutibile) protagonista della storia italiana, e la bellissima Lucrezia, faglia favorita e amatissima. Proprio Lucrezia divenne presto una pedina sulla scacchiera dei giochi politici del padre e subì l’imposizione di tutta una serie di eventi, dei quali più tardi fu a torto ritenuta l’autrice».

I pregiudizi

«Per cinquecento anni il nome di Lucrezie Borgia è stato sinonimo di malvagità. Generazioni di storici ne hanno travisato la biografia esaminandola nell’ottica dei crimini commessi dalla sua famiglia, a loro volta amplificati dai cronisti contemporanei ostili. Lucrezie stessa è stata accusata di assassinio per avvelenamento e di incesto con il padre, Papa Alessandro VI, e con il fratello Cesare Borgia. è stata descritta come un archeticpo di malvagità femminile in libri di Victor Hugo e Alexandre Dumas, in un’opera di Donizzetti e in un film di Abel Gance, per citare solo alcuni esempi. Byron era talmente affascinato dalla sua reputazione che, dopo averne esaminato a Milano le lettere d’amore, rubò un capello dalla ciocca bionda che le accompagnava. Nell’Ottocento è cominciata una cauta riabilitazione, ma in ultima analisi tutti hanno concluso che, pur non essendo un’assassina e una donna dissoluta, Lucrezie in realtà era una giovane sventata, vittima inerme degli uomini degli uomini della sua famiglia. La verità è che in un mondo in cui i dadi erano pesantemente truccati in favore dei maschi, Lucrezia si destreggiava a seconda delle circostanze per forgiare il proprio destino. […] A Ferrara «riuscì a vincere l’ostilità dei parenti acquisiti, con la notevole eccezione della formidabile Isabella, di cui si prese il marito come amante, negando su una splendida corte, della quale lei stessa rappresentava il fulcro, e attorniandosi di poeti e intellettuali».

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Ente Responsabile

  • Assessorato alla Cultura e al Turismo, Comune di Ferrara

Autore

  • Doris Cardinali
  • Matteo Bianchi